Tra il 1 dicembre e il 3 dicembre 2022 si è tenuta la seconda edizione degli “Stati Generali del diritto di Internet” presso l’università LUISS Guido Carli di Roma.
Al convegno hanno partecipato personalità di rilievo del mondo accademico, politico e tecnologico, i cui interventi sono stati accumunati dallo stesso filo conduttore: intercettare le nuove sfide poste dalle tecnologie emergenti e dalla rivoluzione industriale a cui il mondo sta assistendo.
Le tre giornate di incontri, infatti, sono state dedicate ai temi di maggiore attualità, come l’utilizzo dei sistemi di intelligenza artificiale e dei Big Data, la diffusione di token e criptovalute o l’embrionale implementazione del Metaverso, con un approccio trasversale che non si è voluto concentrare unicamente sui profili giuridici (che, naturalmente, hanno avuto un ruolo preponderante), ma anche sugli aspetti tecnico-economici e sociali riconnessi a tali questioni.
Come può essere sfruttata la tecnologia di blockchain? Quali sono le future applicazione delle tecnologie IA? Ci sono ripercussioni penali che investono l’utilizzo dei sistemi di intelligenza artificiale? C’è una sinergia tra le grandi multinazionali e le amministrazioni per lo sviluppo del Metaverso? Queste, tra le tante, le domande che hanno trovato una (prima) risposta nel corso dei vari interventi.
E così, seguendo questo fil rouge, sono stati toccati temi dall’elevata rilevanza teorica (su cui sono in corso approfondimenti nei maggiori atenei di tutto il mondo), come la possibilità di utilizzare la blockchain per il governo dei rapporti tra società quotate ed azionisti in virtù delle sue caratteristiche che assicurano certezza nella gestione delle informazioni, e temi di rilevanza maggiormente “pratica”, quale la modalità per assicurare il diritto dell’interessato al controllo dei dati nell’epoca delle tecnologie IOT.
Con riferimento a quest’ultima, ad esempio, è stata analizzata l’ipotesi di “delega del controllo” dei dati personali a dei soggetti intermediari – strada, questa, su cui sembrerebbe dirigersi la stessa Unione Europea, alla luce dei recenti sviluppi normativi – che, su mandato di natura fiduciaria da parte dei vari interessati, siano incaricati di rendere effettivi i diritti che il GDPR assicura a questi ultimi per la tutela dei dati personali. Diritti che molto spesso vengono “dimenticati” dai vari titolari probabilmente più per mancanza di conoscenza che per effettivo disinteresse, al punto che, come emerso nel corso del convegno, apparirebbe opportuna una campagna di sensibilizzazione e istruzione degli individui (sin dai primi anni di scuola) e delle piccole/medie imprese rispetto alla gestione dei dati personali, che, con l’avvento delle nuove tecnologie (ad esempio, i sistemi di intelligenza artificiale), rischia di essere sfruttata dai grandi player del mercato dei dati a proprio vantaggio. Sotto questo profilo, appunto, è stata anche ventilata la necessità di rinforzare i poteri delle Autorità Garanti della privacy a livello europeo, al fine di impedire che i grandi colossi dell’informatica approfittino della loro rilevanza economica per sottrarsi alla normativa europea in materia di protezione dei dati personali.
I dati personali, il nuovo “petrolio” delle aziende, hanno evidentemente assunto un ruolo di primissimo piano nella vita di tutti i giorni e potrebbero vedere la loro rilevanza espandersi ulteriormente con l’introduzione del Metaverso. Se la loro tutela risulta già particolarmente delicata e messa alla prova nel mondo “reale”, è agevole intuire che in un ecosistema digitale non ancora perfettamente sviluppato come il Metaverso il rischio è quello di assistere, in assenza di regole chiare, ad un utilizzo “selvaggio” delle informazioni che vi circolano.
Maggiore la confusione, maggiore possono essere i “danni” recati ai soggetti più fragili: è per questo che dall’Autorità Garante della Privacy arrivano i primi caveat sulla tutela dei minori rispetto all’utilizzo del Metaverso. Per evitare di commettere lo stesso errore compiuto con Internet, in cui un terzo degli utenti è rappresentato da minorenni senza che questo strumento sia stato pensato e formato per l’utilizzo da parte di soggetti “deboli”, sarebbe opportuno prevedere una regolamentazione ex ante e delle regole by default, che ne assicurino la tutela, ad esempio, tramite tecnologie di age verification.
Nel corso del convegno, dunque, è emerso in maniera nitida che l’utilizzo delle nuove tecnologie comporta una serie di rischi che non devono essere sottovalutati e che, anzi, devono essere intercettati con largo anticipo. Ma accanto a questi rischi, si stagliano anche delle incredibili opportunità sia per il presente che per il futuro: basti pensare alle numerose applicazioni dei sistemi IA in ottica di governance societaria, i quali al momento già forniscono un primo supporto agli amministratori nella definizione delle linee e politiche societarie e nell’individuazione delle scelte gestorie, che nel giro di alcuni anni potrebbe trasformarsi in un vero e proprio spazio decisionale (si è iniziato a parlare, sul punto, del c.d. “robo-board”).
In definitiva, ciò che resta al termine di questo ciclo di incontri è che il progresso tecnologico ha posto delle nuove sfide rispetto alle quali il mondo giuridico, tecnico ed economico non devono correre il rischio di farsi trovare impreparati, e che l’organizzazione di queste “tavole rotonde”, volte alla creazione di una sinergia dei vari soggetti coinvolti, sembra essere la corretta strada da seguire per pervenire a soluzioni socio-normative in grado di soddisfare tutti gli interessi in gioco.